Economia, la guerra in Ucraina meno gas e addio ripresa

È passata circa una dozzina di anni, da quando l’Unione Europea si è data l’obiettivo di ridurre in maniera sostanziosa la propria dipendenza energetica dalla Russia. Era chiarissimo infatti che l’energia rappresenta uno dei fattori chiave per la crescita dell’economia dell’Eurozona. Essere autonomi sotto questo punto di vista è cruciale.
A distanza di 12 anni possiamo dire che l’obiettivo annunciato della Ue è stato miseramente fallito. Quel che è peggio  è che la nostra economia rischia di pagare un conto salatissimo per questo fallimento.

La guerra, il gas e l’economia

gas economiaLa guerra in Ucraina e il problema dell’energia sono sostanzialmente due facce della stessa medaglia. Se da un lato si vuole evitare un conflitto per ragioni politiche e anche umanitarie, dall’altra si vuole evitare di forzare la mano andando al muro contro muro con Mosca, perché la realtà dei fatti dice che siamo dipendenti dall’energia che ci fornisce. Per questo motivo nessun paese della NATO vuole rinunciare a provare ogni via diplomatica alla soluzione del problema.
Sanno tutti benissimo quali sarebbero gli effetti negativi di una guerra per l’economia.

Mani legate, agire con cautela

Arrivare a sanzioni dure contro Mosca potrebbe trasformarsi in un boomerang, perché il danno maggiore non lo provocherebbero alla Russia bensì a se stessi, viste le inevitabili ritorsioni moscovite. Si chiuderebbero ancora di più i rubinetti del gas, peraltro in un periodo già molto complicato per quanto riguarda le forniture energetiche. I prezzi dell’elettricità e del gas, che già sono le stelle, diventerebbero insostenibili per le industrie del vecchio continente, non essendoci in teoria un market to limit a frenarli.
Mancando l’energia, la ripresa dell’economia non sarebbe più alimentata a dovere. E l’alternativa, ossia il gas americano, è troppo costoso.

La dipendenza fa solo danni

Il problema della dipendenza energetica dalla Russia rimarrà ancora grave per molto tempo, e questo costringe l’Europa a non poter mostrare i muscoli a Putin.
L’Italia peraltro è uno di quei paesi che sta messo peggio, perché la nostra produzione di gas è sui livelli minimi dal 1954. La metà del nostro fabbisogno è coperto dalla fornitura dalla Russia. La nostra economia si regge in buona parte grazie a Mosca.

Le prospettive non è che siano più incoraggianti, perché dall’Ucraina arrivano segnali in tempo reale che non promettono nulla di buono.

Ma anche i segnali sula dipendenza energetica non sono buoni. Se la Germania riuscirà entro i prossimi 8 anni ad arrivare a coprire lo 80% del fabbisogno Nazionale grazie alle fonti rinnovabili l’Italia non arriva neppure al 40%. Una zavorra strutturale che rischia di pesare in maniera fortissima sulla ripresa della nostra economia.