Capitali, l’Italia non è più il brutto anatrcollo. Ora i mercati la guardano con interesse

Negli ultimi anni l’appeal dell’Italia presso il mercato dei capitali si era decisamente affievolito. Le turbolenze politiche prima, i problemi con il bilancio dello Stato e il Covid ci hanno resi uno dei Paesi del G10 meno appetitosi per gli investitori.
Lo scenario però sta cambiando, per via di una serie di fattori.

L’Italia agli occhi del mondo dei capitali

capitaliIl primo elemento che ha cambiato il quadro complessivo è il piano di rilancio Europeo, il Next Generation Eu.

Grazie a questo programma, l’Italia beneficerà di fondi per complessivi 209 bilioni di euro tra sovvenzioni e prestiti agevolati. Si tratta di una dotazione enorme, soprattutto se messa a confronto con il nostro PIL nazionale.

Se governo e amministrazioni sapranno cogliere al meglio l’occasione, l’Italia potrà beneficiare per la prima volta dopo 20 anni di un grosso aumento della spesa pubblica (non è poco, dopo tanta austerità) per finanziare una crescita stabile e duratura.

Questi capitali che affluiranno dalla UE, serviranno a realizzare infrastrutture, a sviluppare le energie rinnovabili, a progredire nella digitalizzazione. Tutti fattori che incidono sulla futura competitività del Paese, oltre che sulla sostenibilità e la sua produttività. Inoltre, due aree fortemente interessate dagli aiuti saranno turismo e cultura.

Il cambiamento delle aziende

Un altro elemento che accresce l’appeal dell’Italia presso il mercato dei capitali, è il cambiamento del suo tessuto economico. Dopo la crisi del 2008 è cominciato un processo di ristrutturazione ed efficientamento delle aziende, per renderle più competitive e pronte a cogliere al meglio le opportunità che il momento economico offre.

A dimostrazione di questo aspetto, il numero crescente delle Ipo.
Le aziende hanno dovuto cambiare, anche perché il sistema creditizio s’è fatto più rigidio per via della pressione del regolatore europeo. Regole più stringenti per accedere al credito, si sono tradotte in pratiche gestionali più attente da parte delle aziende.

L’effetto Draghi e la prospettiva dell’azionario

Inoltre, la presenza di Draghi ha reso il Paese più credibile di fronte alla comunità Internazionale, riposizionandolo nel quadro Europeo. Al resto ci hanno pensato i primi risultati dell’azione di governo, perché gli indicatori leading stimano una crescita del PIL di oltre 6 punti percentuali.

L’ultimo aspetto che accresce l’appeal dell’Italia sul mercato dei capitali, è l’andamento del nostro mercato azionario. Per anni i market maker hanno sottopesato il nostro listino sulla scena economica. Ma per il prossimo anno, grazie a un ottimo momentum degli utili societari, si prevede una rapporto Prezzo/utili interessante e un rendimento dei dividendi elevato. Per questo l’investimento in equity nell’area italiana è molto cercato.