Nuova scoperta sulla sensibilità al glutine non celiaca

Ricercatori dell’Università di Verona e dell’Università di Genova guidati rispettivamente dai Prof. Claudio Lunardi, dalla Dr.ssa Marzia Dolcino e dal Prof. Antonio Puccetti pubblicano oggi sulla rivista Journal of Immunologic Research un lavoro che dimostra che la Sensibilità al glutine non celiaca (NCGS: non coeliac gluten sensitivity) è una malattia autoimmune e che l’infezione da Rotavirus potrebbe contribuire a scatenare la malattia, analogamente a quanto precedentemente dimostrato dallo stesso gruppo di ricercatori nella malattia celiaca.

La sensibilità al glutine non celiaca è una nuova entità clinica che comprende tutti quei casi in cui un paziente manifesta sintomi caratteristici della celiachia, e trae beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante gli accertamenti medici escludano la presenza di malattia celiaca o di allergia ai cereali.

La sensibilità al glutine sembra essere molto più frequente della celiachia e si ritiene colpisca il 6-10% della popolazione. Le manifestazioni cliniche comprendono sintomi gastrointestinali (meteorismo, addominalgie, diarrea) e / o extraintestinali (malessere generale, stanchezza, testa ovattata, artromialgie) che regrediscono con l’eliminazione di glutine dalla dieta.

Lo studio è stato condotto su una casistica di pazienti selezionati in collaborazione con la Dr.ssa G. Zanoni, dell’Istituto di Immunologia dell’università di Verona, seguiti nel tempo per un periodo di 2 anni. Attraverso un approfondita analisi genetica condotta su 22 mila geni umani abbiamo dimostrato che la NCGS ha molto probabilmente un’origine autoimmune, confermata dalla presenza nei pazienti studiati di una sottopopolazione di linfociti, detti TH17, e di marcatori sierologici, tipici dell’autoimmunità.

Questo studio fornisce quindi nuove conoscenze per capire i meccanismi immunologici che contribuiscono all’origine dell’intolleranza al glutine non celiaca, di cui si sa ancora molto poco ma che riveste molta importanza sia per il medico che per il paziente, vista la sua elevata frequenza.