La Cambogia non accetta le condanne morali e politiche che le arrivano dall’Unione Europea. La Camera bassa del Parlamento cambogiano ha definito come doppia morale la risoluzione dell’Europarlamento che riguarda la situazione politica del Paese. Del documento non gradiscono nemmeno l’accenno a possibili sanzioni di commerciali ed economiche, nel caso in cui il governo cambogiano non segua le indicazioni che arriveranno dalla UE su determinati temi.
Il contenuto della risoluzione
Il documento condanna la persecuzione attuata dal Partito Popolare Cambogiano e dal premier Hun Sen contro opposizione, sindacalisti e giornalisti. Poi critica lo scioglimento del Partito della Salvezza Nazionale della Cambogia e chiede di annullare le accuse ai suoi capi e ad altri esponenti dell’opposizione. Invita quindi il governo a terminare “ogni forma di vessazione e intimidazione, anche di matrice giudiziaria”. E mette in discussione lo status della Cambogia di Paese beneficiario EBA (Everything But Arms). L’EBA è un sistema di preferenze tariffarie che permette di esportare in Europa più facilmente. Se questo status fosse sospeso, la Cambogia rischierebbe di veder crollare la sua fragile economica già prostrata dalla pandemia.
La reazione di un eurodeputato
Non soltanto i deputati cambogiani hanno reagito male alla risoluzione UE. Anche l’eurodeputato francese Thierry Mariani ha espresso preoccupazione per il contenuto della risoluzione, perché secondo lui le sanzioni rovineranno la Cambogia, invece che aiutarla a maturare. Secondo Mariani, l’Europa dovrebbe cercare il dialogo con la classe politica cambogiana, non punirla.
Occorre instaurare relazioni costruttive. Inoltre fa notare l’effettiva doppia morale della UE, che condanna la Cambogia ma fa serenamente affari col Paese confinante che non brilla per tutela dei diritti umani, il Vietnam: con esso l’Unione Europea ha firmato un accordo di libero scambio, ma la sua casistica di violazioni dei diritti umani è peggiore di quella cambogiana.