Erano mesi che speravamo di sentirci dire che la ripresa è arrivata. Tuttavia, esiste un confine oltre il quale la crescita economica può diventare un problema. Paradossalmente, questo problema lo subiscono proprio quelle istituzioni che stanno soffiando nelle vele della ripresa, ossia le banche centrali.
Loro che da un anno e mezzo stanno intervenendo con massicci stimoli monetari, adesso devono evitare che il “troppo” diventi dannoso, surriscaldando l’economia.
I numeri della crescita economica
Qualche dato rende meglio il quadro della situazione. Il Pmi composito dell’Eurozona ha toccato i massimi degli ultimi 15 anni. Se finora la crescita economica aveva riguardato soprattutto la manifattura, da un po’ di tempo si è estesa anche ai servizi e anche a quei segmenti maggiormente colpiti dalla crisi.
L’impennata simile a una candela doji è frutto del calo dei contagi grazie alle campagne vaccinali, e alla conseguente eliminazione delle misure restrittive.
La crescita su base annua dovrebbe raggiungere addirittura la doppia cifra nel secondo trimestre.
Le insidie per chi corre troppo
Ma tutto questo ha un rovescio della medaglia. Con la domanda in forte ascesa, l’offerta non tiene il passo e le scorte stanno per essere prosciugate. Questo esercita una pressione rialzista sui prezzi, dei fattori produttivi, sui salari, e in definitiva alimenta l’inflazione.
Qui nasce il problema per le Banche centrali, preoccupate dagli effetti di un’offerta a collo di bottiglia e degli stimoli fiscali sulle prospettive di medio termine per l’inflazione.
Il dilemma della banche centrali
Di fronte a una inflazione crescente, le banche centrali di solito dovrebbero alzare i tassi di interesse, ma se lo fanno stroncano gli stimoli che stanno pompando nella crescita economica da oltre un anno. Si rischia cioè di vanificare parte del lavoro svolto.
Al momento, nessuno degli istituti centrali ritiene che ci siano i presupposti per “disimpegnarsi”. Le figure di continuazione del trend dell’inflazione non fanno temere che la crescita durerà ancora molto a lungo.
Sul quanto durerà però ci sono molti dubbi, e qui nasce il dilemma: fino a quando le banche centrali potranno sostenere la crescita economica senza innescare un surriscaldamento eccessivo?