Le banche centrali rimangono ancora l’ago della bilancia dell’economia globale. Del resto sono state in prima linea si dall’inizio della pandemia, quando c’era da evitare contraccolpi ancora più drammatici, e lo sono state anche in seguito quando hanno guidato la ripresa economica.
L’avvicinamento ai meeting delle banche centrali
Il mese di giugno i fari saranno accesi ancora sull’attività delle banche centrali. I meeting di BCE e FED sono preceduti dalle domande sulle armi che i due istituti potranno utilizzare per aiutare ulteriormente il ciclo economico e i mercati.
A ben guardare, le armi a disposizione non è che siano cambiate nel corso dei mesi. Piani di sostegno articolati e complessi, tarati e poi ampliati nel corso dei mesi.
I piani di sostegno all’economia
Eppure le due banche centrali lo hanno fatto in modo diverso.
Infatti la BCE non ha potuto contare sull’appoggio dato dalla politica, cosa che invece ha fatto la FED. Il Congresso americano ha varato un maxi piano da trilioni di dollari. L’Europa invece ha dovuto sudare il varo di un Recovery Plan meno corposo nelle sostanze e più farraginoso negli schemi.
Il ruolo dell’inflazione
Tuttavia, la vera domanda che bisogna porsi è se e quando le banche centrali inizieranno a ritirare parte di questi stimoli. Questo interrogativo si intreccia con un altro fattore cruciale di ogni analisi tecnica, ossia il tema della inflazione.
Gli stimoli imponenti hanno portato infatti con loro anche una fiammata forte dei prezzi. Questo ha fatto temere un prematuro cambio di rotta della FED sui tassi di interesse e sugli stimoli.
Ma è davvero una fiammata momentanea come dice la FED, oppure si tratta di un nuovo nemico da combattere?
Mercati timorosi ma non troppo
Per il momento le Borse continuano ad essere tendenzialmente ottimiste, anche se gli operatori hanno aumentato il ricorso ai Buy Sell stop order. Basti pensare a quello che sta accadendo a Piazza Affari che sta vedendo i massimi da oltre 13 anni.
Tuttavia, bisogna cominciare a considerare che lo stimolo da parte delle banche centrali non potrà essere eterno.
In particolare in Europa si guarda al piano Pepp, che la BCE potrebbe rimodulare per iniettare meno liquidità sul mercato.