Mercato dei capitali e mercato reale: con il Covid la distanza s’è ampliata

Da quando sono cominciate le campagne di vaccinazione, è progressivamente aumentata la speranza che presto potremo gettarci alle spalle la lunga crisi da Covid.
Vale anche sotto il profilo economico, visto che la ripresa adesso è più concreta. Tuttavia i mercati dei capitali avvertono che non sarà una ripresa diffusa e omogenea.

Il monito che arriva dal mercato dei capitali

mercato dei capitaliSono propri i mercati dei capitali a evidenziare le discrepanze della ripresa. Infatti mentre loro corrono, come dimostrano i rally di alcune borse mondiali e i record di Wall Street, l’economia reale invece presenta ampi segmenti in sofferenza per via delle restrizioni dovute alla pandemia.

Del resto, a causa del lockdown dell’economia globale, il 2020 sarà l’anno dei record negativi. Il secondo trimestre dello scorso anno, passerà alla storia come quello con la più forte contrazione trimestrale del prodotto interno lordo (PIL) globale mai registrata.

Servizi al palo, una crisi anomala

Sono specialmente le imprese operanti nel settore dei servizi a patire la crisi. E questa situazione è davvero unica, perché la crisi non ha colpito solo i settori ciclici – come in una “normale” recessione – ma anche il settore dei servizi. Uno scenario assai raro, come evidenziano i mercati dei capitali.

Soltanto quando finiranno gli stimoli di Stato, si potrà davvero capire quanto tempo ci vorrà per la piena ripresa. Una situazione che in modo emblematico fa capire che cos’è la volatilità e quali sono le sue insidie.

Paesi vincitori e perdenti

Per adesso si possono fare delle previsioni su quelli che saranno i Paesi vincenti e perdenti della pandemia.
In generale l’Europa, pur avendo riaperto la sua economia prima degli USA, paga la seconda ondata Covid e la lentezza dell’avvio delle campagne di vaccinazione. Nei paesi dell’Europa meridionale, la forte incidenza del turismo – duramente colpito dal Covid – si farà sentire sul PIL per molto tempo.

Gli Stati Uniti invece si riprenderanno presto, ma ancora più veloce va la Cina, primo Paese a imporre i lockdown e primo a revocarli.

Nel Paese del Dragone l’indicatore alligator ha già spalancato le fauci ed è pronto a “mangiare”, tanto che addirittura potrebbe superare già nel 2021 i livelli pre-crisi di oltre il 10%. E secondo alcuni, la Cina potrebbe diventare la più grande potenza economica mondiale già nel 2030.

In America latina invece le prospettive di crescita sono divergenti, perché alcuni Paesi (come l’Argentina) si portano dietro situazioni pregresse davvero drammatiche, con i mercati dei capitali in crisi e la fuga degli investitori.