India: il Covid manda in crisi i forni crematori

Ad oggi i casi accertati di Covid in India sono stati più di 260.000, e, nell’ultima settimana si è assistito ad una escalation incontrollata, con il numero di contagi che non è mai sceso sotto i 200.000 casi giornalieri.

Nelle ultime 24 ore le vittime sono state 1761, e anche in relazione a questo dato i numeri sono tutt’altro che confortanti nell’ultima settimana, con una curva di decessi sempre in costante aumento, nonostante diversi lockdown nelle aree più popolose del paese, e una campagna vaccinale in piena attività.

Il problema più grande è rappresentato dal collasso del sistema sanitario, ormai in crisi da tempo, ma che negli ultimi giorni sta cedendo in modo vertiginoso. Mancano l’ossigeno e i lettini negli ospedali e in particolare nei reparti di terapia intensiva, mancano i medici specializzati e mancano i farmaci. Oltre a questo mancano anche i forni crematori per bruciare le  vittime del Covid, e molto spesso si ricorre a strutture improvvisate, a volte anche per strada, senza il rispetto di alcuna normativa igienico-sanitaria, per cremare i corpi delle persone uccise dal virus.

Uno sguardo al nostro Paese

Ad oggi, se rapportiamo il sistema sanitario nazionale italiano a quello indiano, ci rendiamo conto di vivere in un isola felice, anche se usare tale terminologia di questi tempi potrebbe essere fuori luogo.

In ogni caso, grazie anche alla campagna vaccinale che sembra essere entrata  finalmente nel vivo, le strutture ospedaliere cominciano ad avere un po’ di tregua rispetto ai mesi scorsi. Se analizziamo il caso della Regione Lazio ad esempio, Regione che fino ad ora ha effettuato un numero tra i più alti di vaccinazioni in Italia, e in particolare della Capitale, ci rendiamo conto che i numeri sono tutt’altra cosa rispetto a Nuova Delhi. Nonostante questo però, nella Capitale si assiste all’ennesima disavventura dell’AMA, dovuta non alla pandemia in corso, ma ad una pandemia ancor più radicata nel nostro Paese, la burocrazia. 

Da sottolineare a questo riguardo il commento dell’agenzia PINCHI di onoranze funebre di Roma, la quale evidenzia che negli ultimi tempi la mortalità in città non ha subito variazioni importanti nell’ultimo periodo in confronto agli anni precedenti, purtroppo però le lungaggini burocratiche non permettono da mesi una degna sepoltura o cremazione a chi ne avrebbe bisogno.