Oggetti preziosi di gioielleria un settore che ha risentito molto del lockdown imposto dalle autorità con cali di vendite disastrosi che hanno messo in ginocchio sia il mercato estero che quello interno.
Unica nota positiva per alcuni comparti che lavorano l’oro è stato il boom di richieste di lingotti da investimento.
Un trend classico che accompagna un po’ tutte le crisi economiche ma che in questo caso è stato accentuato dal fatto che il lockdown iniziale non ha lasciato spazio di vendita nemmeno nei paesi ricchi come quelli asiatici e arabi.
Del resto è noto che durante le crisi economiche più profonde le uniche attività collegate agli oggetti preziosi che lavorano sono i compro oro Firenze o di ogni altra zona e le raffinerie che realizzano i lingotti in oro 24 carati.
La richiesta di oro da investimento al posto di oggetti preziosi è stata tale da innescare un rally dell’oro che è arrivato al suo apice nei primi di agosto toccando i 2067 dollari oncia, per poi ripiegare prezzi al di sotto dei 1900 dollari.
Per quanto riguarda gli oggetti preziosi l’anno del lockdown è totalmente da dimenticare e si punta su una possibile ripresa delle vendite negli ultimi sei mesi del 2021.
Una speranza che a parte l’ottimismo di alcuni non è al momento sostenuta da evidenze che sono tutte da verificare nella speranza che la strategia del lockdown cessi al più presto.
D’altronde senza un ritorno alla normalità viene a mancare anche la necessità di acquistare nuovi oggetti preziosi che non possano essere indossati in occasioni di feste, eventi e matrimoni.
Anche lo stop delle fiere ha aggravato la situazione del mercato degli oggetti preziosi, come del resto è accaduto per tutti gli altri settori.
La mancanza di confronto diretto tra produttori e compratori che avveniva durante le fiere degli oggetti preziosi fa venire a mancare quella spinta necessari per innescare i consumi soprattutto verso i paesi più lontani che rappresentano la parte maggiore del fatturato.
Adesso il comparto tenta di ripartire dopo aver retto grazie anche alle vendite di lingotti che in qualche modo ha tenuto aperto alcuni comparti ma è indubbio che, come per altri settori, che il destino delle vendite degli oggetti preziosi sta tutto nell’eliminazione delle restrizioni e del lockdown.