Con l’economia in recessione in gran parte del mondo in molti si chiedono cosa riserverà loro il futuro.
Una domanda che ad oggi non è possibile dare risposte certe ma che possiamo provare a rendere meno complessa analizzando quali sono i settori della economia ai quali il lockdown ha provocato maggiori danni e se questi persisteranno nel tempo o saranno temporanei.
Allo stesso modo analizzando alcune situazioni della economia e della politica globale possiamo cercare di comprendere quali potrebbero essere le opportunità che si verranno a creare dopo che il lockdown ha arrestato molti settori industriali e non.
Sui mercati finanziari abbiamo assistito ad un crollo epocale nel mese di marzo dal quale pochi asset sono riusciti a riprendersi ad eccezione di beni rifugio come l’oro finanziario o quello fisico in lingotti che in questi casi è preferito da alcuni in quanto facile da rivendere presso uno dei tanti compro oro.
Quali settori della Economia hanno sofferto la crisi da lockdown ?
I settori della economia maggiormente colpiti dalla crisi e per i quali non si conoscono tempi certi per una ripresa sono il turismo e tutte quelle attività ad esso più o meno collegate come negozi, bar e ristoranti, soprattutto nelle città e nei luoghi a maggiore vocazione turistica per stranieri che provenivano da luoghi lontani per i quali era necessario viaggiare in aereo.
Uno dei settore della economia maggiormente colpiti dal blocco delle attività e dalle restrizioni successive è proprio quello del trasporto aereo secondo dati pubblicati da Iata (l’associazione dei vettori) il calo nel periodo post lockdown fino ad oggi è stato del 80% rispetto all’anno precedente, un tracollo che fa pensare che con il perpetrarsi delle limitazioni potrebbe anche peggiorare nei restanti mesi del 2020.
In generale sono molti altri i settori che hanno subito importanti perdite economiche e che probabilmente risentiranno anche sul lungo periodo del rallentamento economico in atto in tutto il mondo.
Per quanto riguarda le materie prime a subire un vero tracollo del prezzo è stato il petrolio, nonostante l’intesa raggiunta dall’ Opec per una riduzione di produzione di 9,7 milioni di barili al giorno per maggio e giugno.
Attualmente il prezzo del petrolio ha recuperato solo una parte del valore perso durante il periodo di marzo e ancora oggi continua ad oscillare al ribasso anche in virtù di una riduzione dei tagli che si è resa necessaria con la fine del lockdown e con la ripresa degli spostamenti e delle produzioni industriali.
Ogni evento negativo comporta anche opportunità, quali potrebbero essere quelle create dal lockdown ?
Il destino del petrolio si lega a doppio filo con le alcune delle nuove opportunità che si sono venute a creare, la nuova economia che si sta anche se lentamente delineando non prevede più la possibilità di utilizzare il petrolio come fonte di energia e di fare ogni sforzo, nel breve e nel lungo periodo, a favore di ogni forma alternativa di energia pulita che garantisca la riduzione delle emissioni nell’atmosfera ed il rispetto dell’ambiente.
Già da tempo si parlava su quanto fosse necessario un cambiamento verso una economia green che tutelasse il pianeta dalle gravi problematiche ambientali che si stanno facendo sentire sempre di più e non solo per l’innalzamento del livello del mare ma anche per l’aria che respiriamo.
Proprio la economia green potrebbe essere il volano di una ripresa della economia che partendo da una maggior tutela ambientale si focalizza su una serie di nuove infrastrutture necessarie al cambiamento.
Tra le prime infrastrutture che beneficeranno della nuova economia ci sono quelle tecnologiche rese necessarie da quella che sembra essere la vera rivoluzione del lavoro moderno, lo smartworking.
Il lavoro a distanza era già una realtà ma con la necessità incombente di ridurre l’inquinamento lo smartworking è ad oggi la miglior carta da giocare per abbassare subito le emissioni causate dagli spostamenti di milioni di lavoratori nel mondo.
Questo porterà ad una costante crescita dei settori collegati alle infrastrutture tecnologiche e alla tecnologia in generale, compreso il tanto discusso 5G, logicamente perché la nuova economia possa davvero ridurre le emissioni nell’atmosfera anche i settori tecnologici dovranno essere prodotti ed alimentati con energia pulita per quanto possibile.
Inevitabilmente ci saranno opportunità di crescita in tutti i settori che contribuiranno alla produzione di energia green come quello dei pannelli solari e del fotovoltaico che già negli ultimi anni hanno beneficiato di incentivi ed agevolazioni ma che adesso sembra debbano essere definitivamente adottati come standard mondiali in sostituzione di petrolio, gas e carbon fossile.
Un altra rivoluzione su larga scala è quello dei mezzi di trasporto privati come le auto, il motore endotermico sembra debba definitivamente far spazio ad altre forme di propulsione come l’elettrico o in un futuro più lontano forse anche all’idrogeno ma solo nella sua declinazione di energia green.
Questo cambiamento che si rivela molto lungo e complesso porterà inevitabilmente alla nascita e alla crescita di un nuovo settore che nascerà forse sulle ceneri del vecchio settore automobilistico, un settore di grandi dimensioni in grado di contribuire in modo importante a trainare l’economia fuori dalla recessione.
Importante sarà anche la ristrutturazione dell’agricoltura che grazie all’evoluzione tecnologica potrebbe trarre forti vantaggi in termini di resa e di guadagno, un ritorno alle origini per molti paesi quanto mai auspicabile e necessario a ridurre i grandi spostamenti di merci tra nazioni molto lontane andando così a favorire i consumi di alimenti a chilometro zero.
Un settore del tutto nuovo che avrà sicuramente ampio impatto sull’economia soprattutto nelle grandi città sarà l’architettura verde che promette di far cambiare volto alle nostre città riempiendole di piante, giardini e veri muri verdi in posizioni che solo qualche anno fa sarebbero stati ritenuti alquanto improbabili.
Come accade molte volte i grandi eventi anche negativi possano trasformarsi in opportunità, almeno per quelle società che sapranno interpretare nel modo giusto gli accadimenti che hanno portato al lockdown globale e dare le giuste risposte in modo che questo non debba accadere di nuovo.