Industria molitoria sotto pressione: scorte in calo e prezzi in crescita

Le misure di contenimento della pandemia hanno costretto per circa 2 mesi le persone a stare a casa. Hanno stravolto le loro abitudini e i loro consumi. E questo ha avuto ripercussioni a cascata su alcuni settori, specialmente alimentare. E’ il caso dell’industria molitoria, ovvero del grano duro.

La carenza di offerta nell’industria molitoria

Da diverso tempo le scorte di grano duro nel mondo stanno vivendo una fase discendente. La richiesta durante il periodo del lockdown ha avuto una impennata per quanto riguarda la pasta. Le imprese sono comunque riuscite a rispondere a questo fortissimo incremento, malgrado le inevitabili difficoltà logistiche nell’approviggionamento dall’industria molitoria. Anche su di loro si è avvertita la crisi delle imprese italiane. L’operato dell’Industria molitoria è stato determinante per garantire l’approvvigionamento in semole di frumento duro all’Industria pastaria e, di conseguenza, la presenza del prodotto pasta sugli scaffali nel corso dell’emergenza coronavirus.

Scorte in calo, manca la materia prima

Il problema fondamentale è la carenza di prodotto. Come se non bastasse, l’assottigliarsi delle scorte ha provocato un naturale incremento dei prezzi della materia prima. Il grano duro ha registrato un aumento del 25%. Il Durum Days 2020, ovvero l’evento che riunisce tutti gli attori della filiera (quest’anno tenutosi in videoconferenza), ha evidenziato che lo scenario dell’industria molitoria è imprevedibile.

Mentre col lockdown si è azzerata la domanda del canale della ristorazione, dall’altra parte ha avuto una impennata quello della grande distribuzione (i consumi di pasta sono saliti del 24%). Certo l’aumento delle vendite di pasta nel canale retail non compensa le perdite nell’ho.re.ca (il saldo negativo è pari a circa 50.000 tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), ma comunque questo ribilanciamento non ha permesso l’accumulo di scorte, per reintegrare quelle che sono state intaccate.

Prossima campagna con tante insidie

Le prospettive dall’industria molitoria non sono delle migliori, riguardo alla qualità della prossima campagna produttiva. Neppure l’aumento delle superfici seminate in Italia (+6%) potrà migliorare la situazione. Inoltre incombe il grave problema della prolungata siccità, che intaccherà la qualità del prossimo raccolto. Insomma sui grafici produttivi non c’è tratta del Wolfe Wave pattern di inversione. La beffa è che tutto questo accade proprio nel momento in cui i consumatori hanno ricominciato a prestare attenzione alla provenienza della materia prima, orientandosi verso prodotti di qualità e italiani.