Al fine di non incorrere in vertenze del lavoro, è necessario conoscere gli aspetti relativi al pagamento del TFR poiché il suo mancato versamento può far nascere delle denunce di controversia da parte del lavoratore.
Dato che le vertenze del lavoro possono derivare da aspetti relativi al TFR, è utile compiere una sua definizione: per trattamento di fine rapporto si intende la somma degli accantonamenti di ciascun anno a partire dall’inizio dell’attività lavorativa.
E’ fondamentale puntualizzare che gli stessi sono soggetti ad una rivalutazione in via periodica.
La determinazione del TFR spettante al lavoratore, si ottiene mediante la somma relativa ad ogni anno di lavoro divisa per 13,5 (definito come un coefficiente di calcolo); il risultato ottenuto deve essere corrisposto nel caso in cui cessi il rapporto lavorativo.
E’ quindi fondamentale mantenere l’aderenza con quanto previsto dai Contratti Collettivi Nazionali di categoria ed elargire quanto dovuto al lavoratore; in tal caso si evitano conflitti che inevitabilmente possono causare delle vertenze del lavoro.
Si sottolinea inoltre l’importanza del rispetto dei termini stabiliti per il versamento di quanto dovuto al lavoratore: dai 30 ai 45 giorni calcolati dal momento in cui si interrompe il rapporto lavorativo.
Il mancato pagamento del TFR implica il versamento degli interessi relativi al periodo di ritardo; ne consegue che il datore di lavoro deve affrettarsi nel corrispondere quanto dovuto per evitare l’incremento della somma da elargire.
Se non si concretizza il pagamento del TFR, il lavoratore utilizza le vertenze del lavoro per ottenere il rispetto dei propri diritti.
Con il sorgere di vertenze del lavoro è utile giungere ad una conciliazione tra le parti al fine di non trascinare per vie legali il conflitto. I vantaggi ottenibili da tale scelta sono evidenti e identificabili come un risparmio di tempo e di denaro.
Per approfondire la tematica trattata consultare vertenze del lavoro